Villa Garbellotto così chiamata dal nome della famiglia che ne è proprietaria fin dall’inizio del Novecento. Essa si trova tra la strada principale, detta nel catasto napoleonico “il Salcio”, in quello austriaco “Salazzè”, poi “Salacè” ed in seguito l’attuale “Via della Paglia”; denominazione che inizialmente veniva usata solo per il tratto di questa via successivo all’incrocio con la strada detta “alla Trinità”, e la piccola strada posteriore della “la Cale antica”, poi via Valeria, ed era direttamente collegato alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena tramite una strada ancora visibile ma ormai utilizzata solo in occasione della processione del venerdì santo. Tutta questa zona veniva indicata come “alla Dolza” perché attraversata dal corso d’acqua così denominato.
La villa, la costruzione adiacente adibita a stalla con fienile soprastante e a deposito, e la barchessa che è posta di fronte a queste, hanno tutte orientamento est-ovest, parallelo al lungo viale dei tigli che le collega alla strada principale. In fondo al viale d’ingresso troviamo a sinistra la barchessa, in passato utilizzata come filanda.
Al centro del timpano della facciata rivolta a sud vi è lo stemma “a scudo accartocciato” che presenta nel campo inferiore tre anelli e in quello superiore, tra le lettere “3B”, probabilmente “BB” o “ZB”, ed “SR”, un animale rampante non ben identificato, che potrebbe essere un leone o un cane o un caprone. In questo caso ci troveremmo di fronte allo stemma della famiglia veneziana Saler, che viene nominata anche in una lapide murata interna alla costruzione e che testimonia appunto che Giovanni Antonio Saler, ristrutturò la villa nel 1721, e diversi sono i documenti storici che attribuiscono l’appartenenza alla famiglia Veneziana Saler da almeno 50 anni prima. La famiglia Saler rimarrà proprietaria della Villa almeno fino al 1839 quando il ramo della famigliare si estinse.